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Battere Putin con un “Sì, lo voglio” online

Il governo ucraino ora permette il matrimonio digitale, che è già molto richiesto. La proposta via app, l’attesa (emozionante) della risposta, l’appuntamento sullo smartphone. La guerra ha cambiato la vita delle coppie, il romanticismo è diventato un lusso, ma anche certe liti non si fanno più, erano sceme. Le nozze di Roman e Svetlana, per riempire le distanze

Ora in Ucraina c’è il matrimonio online che permette di sposarsi su internet, velocemente: il tempo della guerra non permette troppe pianificazioni. È stato lo stesso governo a introdurre questa possibilità, è una voce che si trova sull’app mobile Diia, il portale dei servizi pubblici. Molte coppie vivono lontane, in mezzo ci sono distanze difficili da percorrere, a volte anche dei confini, è tutto più macchinoso, più complicato, spesso doloroso, e per questo s’è pensato di levare di mezzo almeno i cavilli burocratici alla volontà di creare una famiglia.

«Il servizio fa risparmiare tempo ed è molto comodo per organizzare un matrimonio in qualsiasi città e in qualsiasi circostanza», dice Valeria Tkach, che lavora nella direzione per lo Sviluppo dei servizi elettronici al ministero della Trasformazione digitale. Funziona in particolare per i militari, che sono tanti ed esausti: i soldati ucraini potranno sposarsi anche dal fronte e le loro spose potranno restare al sicuro in un’altra città.

Roman Lozynsky, trent’anni, ufficiale dell’esercito ucraino e membro del Parlamento, ha celebrato il suo matrimonio il 22 giugno con la sua Svetlana. Sono stati la prima coppia a sposarsi utilizzando un’applicazione mobile, quando il servizio “Matrimonio online” era appena stato testato. Quando ha saputo che il ministero aveva intenzione di introdurre questa nuova opzione, ha voluto subito approfittarne, perché, dice, «permette di creare una famiglia senza inutili passaggi burocratici e noiose cerimonie presso l’ufficio di registrazione dei matrimoni dello stato». I preparativi per il matrimonio si sono svolti così: Roman ha premuto il pulsante «Fai una proposta». Il partner riceve una notifica sul telefono e deve rispondere con un consenso o un rifiuto entro quattordici giorni. «Avevo fatto la proposta di matrimonio a Svetlana di persona, un anno fa – dice Lozynsky – Ma è stato comunque emozionante aspettare di vedere se fosse ancora interessata a sposarmi». Dopo aver ricevuto il consenso, la domanda di matrimonio dev’essere presentata entro dodici ore, utilizzando la stessa applicazione. Gli sposi la firmano online, con una firma digitale, il sistema controlla rapidamente i loro dati nei registri pubblici – per esempio verificano se sono già sposati – e dopo propone la scelta di una data e di un orario per la cerimonia. Durante il matrimonio, gli sposi sono collegati in video con un funzionario che registra l’atto. L’intero procedimento, compresa la firma dei documenti online, dura al massimo trenta minuti. Il giorno del loro matrimonio, Roman e Svetlana hanno riunito gli amici più stretti. Ma non è andato tutto liscio. A giugno, a causa dei bombardamenti russi sulle centrali elettriche, uno degli obiettivi più ricercati dalle forze di Vladimir Putin, tutta l’Ucraina ha subìto interruzioni di corrente e ha avuto parecchi problemi con internet. Così la cerimonia si è svolta con quattro ore di ritardo rispetto al previsto. Ma gli sposi e gli invitati non si sono fatti rovinare la festa: la resistenza ucraina è fatta, ancora oggi, di una straordinaria determinazione a non farsi condizionare la vita, l’amore, la famiglia dalla violenza indiscriminata di Putin. «Ci siamo sposati con lo smartphone in mano, in presenza dei nostri cari», racconta Roman, e ha già una raccomandazione per i futuri sposi: dopo aver presentato la domanda di “matrimonio online”, assicuratevi di trovarvi, durante la cerimonia, in un luogo dove sia sempre disponibile l’accesso a internet. Il certificato di matrimonio viene caricato sull’applicazione poco dopo il matrimonio. Il documento cartaceo, invece, è inviato tramite posta ordinaria.

La psicologa Marianna Tkalich prova a spiegarci quali sono le difficoltà che le coppie ucraine devono affrontare. La prova più grande per una relazione è la distanza. Moglie e figli possono partire per una regione sicura del paese, mentre il marito rimane a casa, spesso sotto le bombe, o va a combattere al fronte. Le donne vanno all’estero, mentre gli uomini, a cui è vietato lasciare il paese, restano in Ucraina. Anche le relazioni subiscono lo stress generale dovuto ai continui bombardamenti, e le famiglie ne risentono. Se nel primo anno dopo l’invasione russa su larga scala il numero di nuovi matrimoni era aumentato, ora crescono i divorzi. Secondo il ministero della Giustizia, nella prima metà del 2024, il numero di divorzi è aumentato di una volta e mezza rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – da 10 mila a 15,5 mila – mentre il numero di nuovi matrimoni è diminuito del 15 per cento. Ma molte coppie dicono che durante la guerra, al contrario, si sono riavvicinate, ci racconta Tkalic, perché tante cose che prima le facevano litigare tantissimo di fronte alla guerra si sono rivelate per quel che sono: sciocchezze. «Gli ucraini hanno capito che le relazioni hanno un grande valore».

Il “matrimonio online” dovrebbe aiutare a superare gli ostacoli burocratici per le coppie sicure della loro relazione, ma separate dalla distanza. Certo, ci sono alcuni che restano scettici: che fine fa, con un clic, il romanticismo dello sposalizio? Ma a molte coppie non importa, il sogno del giorno del matrimonio è stato deturpato dalle bombe di Putin, ci sposiamo come possiamo, è romantico l’alert con la proposta, è romanticissimo l’alert che dice: sì, lo voglio. C’è stata una grande richiesta per il servizio, nel primo giorno di attività, 807 coppie hanno chiesto di sposarsi online e più di seimila utenti hanno risposto “sì” alla proposta di matrimonio digitale. Nei primi dieci giorni si sono sposate già 219 coppie. Sono iniziate anche le lamentele: non ci sono più date disponibili per una cerimonia virtuale fino al 2025.

Kristina Berdynskykh (Kherson, Ucraina, 1983), è una giornalista freelance e vive a Kyiv. È stata per otto anni corrispondente politica di The New Voice of Ukraine, oggi collabora con molte testate internazionali. Nel 2014 ha creato e-People, un progetto sui social media sui manifestanti di Euromaidan, che è poi diventato un libro. Nel 2022 è stata inserita nella classifica della Bbc delle 100 donne che hanno influenzato e ispirato il mondo.