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Il book club delle ragazze

Reese Witherspoon ha creato un impero letterario fatto soprattutto da autrici, ma non è l’unica celebrity ad aver trasformato il mondo dell’editoria americana. I libri consigliati, quelli effettivamente venduti, il dibattito che a volte decolla e a volte no, e l’insinuarsi della pigrizia. Poi certo, c’è la madrina inarrivabile che ha inventato tutto prima: Oprah

In principio fu Oprah. Correva l’anno 1996 quando la donna di spettacolo più famosa d’America ebbe un’idea: inserire all’interno della sua trasmissione Oprah Winfrey Show – in onda dal 1986 al 2011 e ancora oggi il talk-show diurno con gli ascolti più alti nella storia della televisione americana – un segmento in cui parlare di letteratura. Funzionava così: Oprah selezionava un libro, per la stragrande maggioranza un romanzo o un memoir, lo annunciava in diretta, lasciava al pubblico qualche settimana per comprarlo e leggerlo e poi invitava in studio l’autore per discuterne. Inutile dire che fu un successo. Durante i 25 anni di vita (con una pausa nel 2002) dello show, Oprah ha selezionato una media di dieci titoli all’anno per i primi anni – poi scesi a tre, quattro – per un giro di vendite stimabile intorno ai 55 milioni di copie, tanto da diventare «l’arbitro del gusto letterario di milioni di americani», secondo la descrizione data da BusinessWeek nel 2005. «Ricordo i primi tempi, non primissimi appena cominciato, ma dopo uno o due anni, quando il book club si era ben stabilizzato: il giorno dopo l’annuncio del titolo prescelto – e si sapeva quando lo avrebbe annunciato – potevi effettivamente vedere le vendite aumentare in modo quantificabile. Era davvero impressionante. Adesso accade con TikTok, ma a quei tempi in cui il tracciamento non era così sofisticato, era impressionante», mi racconta al telefono Lorraine Shanley, ex direttore editoriale di HarperCollins e oggi presidente di Market Partners International, azienda focalizzata sulla consulenza e sul reclutamento per gli editori. «In quegli anni Amazon aveva appena iniziato a vendere libri. La maggior parte delle vendite passava ancora dalle librerie e il fatto che il suo book club avesse un impatto così immediato era molto, molto significativo». L’altra cosa di cui Oprah è responsabile è aver portato segmenti di ascoltatori che mai si sarebbero avvicinati a certi titoli a leggere quei libri così impegnativi, in una specie di allargamento e democratizzazione della letteratura. È infatti un errore pensare che le sue scelte fossero facili o pop, tutt’altro. Nell’Oprah book club compaiono titoli come La casa di sabbia e nebbia di Andre Dubus III, A Map of the World di Jane Hamilton, Il Lettore di Bernhard Schlink, Le Correzioni di Jonathan Franzen, Middlesex di Jeffrey Eugenides, La Strada di Cormac McCarthy con cui lei realizzerà una delle rare interviste mai concesse dall’autore. Da Toni Morrison a Maya Angelou passando per Gabriel Garcia Márquez e William Faulkner, «la qualità delle sue scelte, ancora oggi, penso sia più alta di quella di chiunque altro», continua Shanley. «Una telefonata di Oprah ti cambia la vita», mi ha raccontato di recente la scrittrice Ann Napolitano. A lei è successo con il suo ultimo romanzo, in Italia appena pubblicato da Mondadori e selezionato da Winfrey l’anno scorso per la sua nuova versione del club. «È scioccante, surreale. Il mio agente e il mio editore sapevano che il libro era stato scelto e che lei mi avrebbe chiamata, ma non potevano dirmelo. Quando è squillato il cellulare e ho visto che era una chiamata da Chicago ho pensato fosse mio zio, invece… Stavo portando fuori la spazzatura, avevo il sacchetto in mano, ho risposto e questa voce ha detto “ciao Ann, sono Oprah Winfrey”. Siamo state al telefono mezz’ora, con lei che mi faceva domande puntuali e io che facevo fatica a concentrarmi, ancora sotto choc». Tutto è meraviglia ha venduto negli Stati Uniti oltre un milione di copie e non c’è dubbio che a spingerlo in cima alla classifica del New York Times sia stato l’effetto “O”.

Terminato nel 2011 con la fine della sua trasmissione, il book club 2.0 di Oprah è rinato nel 2012 con un progetto congiunto tra OWN: The Oprah Winfrey Network e O: The Oprah Magazine dove i media digitali sono il nuovo focus e dove l’uso di varie piattaforme social e di e-reader consentono, tra le altre funzionalità, di citare e caricare passaggi e note per la discussione. Il 25 marzo 2019, Apple e Oprah hanno annunciato il revival di una versione video del book club che va oggi in onda su Apple TV+. Nel frattempo, sono nati altri celebrity book club. Uno dei più longevi, attivi e di successo è quello di Reese Witherspoon. Avviato nel 2017 come costola della casa di produzione da lei fondata, la Hello Sunshine, e con l’obiettivo di mettere in luce storie scritte da donne per le donne, oggi ha oltre un milione di follower su Instagram. Tramite esso, Witherspoon è stata in grado di acquisire per prima i diritti di una serie di opere che poi ha appunto prodotto con la Hello Sunshine – Big little lies di Liane Moriarty da cui la serie con Nicole Kidman e la stessa Witherspoon; Little fires everywhere di Celeste Ng da cui la serie con Kerry Washington e sempre Witherspoon e L’ultima cosa che mi hai detto di Laura Dave da cui la serie con Jennifer Garner – in un sistema circolare ed efficiente che l’ha resa una delle donne più potenti di Hollywood. «Le sue scelte restano saldamente nell’elenco dei bestseller per settimane, mesi o anni come nel caso di La ragazza della palude di Delia Owens», ha scritto di recente il New York Times che ha anche definito quello dell’attrice un “impero letterario”. «Voglio storie ottimiste e condivisibili», ha raccontato lei al quotidiano. «Libri che li chiudi e pensi: so esattamente a chi voglio regalarlo».

Caitlin Davies sul magazine online di settore The Publishing Post ha scritto che quello di Witherspoon è una specie di fenomeno e che «data la sua già consolidata reputazione nello sviluppo di storie avvincenti, non deve sorprendere la sua capacità di lanciare qualsiasi titolo in cima alle classifiche dei bestseller. Il romanzo Still Lives di Maria Hummel dopo essere stato scelto da lei ha registrato un aumento del 103 per cento delle vendite. Sia gli autori esordienti sia i romanzieri consolidati hanno descritto l’essere scelti come una vincita alla lotteria». Nel 2023, secondo Circana Bookscan, le vendite dei titoli entrati nel suo book club hanno superato sia quelle di Oprah sia quelle dei titoli di Read With Jenna, per un totale di 2,3 milioni di copie vendute. La Jenna in questione è Jenna Bush – figlia dell’ex presidente George W. e di Laura – che all’interno del Today Show – storico programma quotidiano di intrattenimento e informazione in onda su Nbc dalle sette del mattino – ha uno spazio mensile in cui parla di libri. Avviato nel 2019, a giugno 2024 il suo elenco conta 67 titoli e dopo quello di Oprah e di Reese è quello che può cambiare la vita a qualsiasi scrittore esordiente.

L’avvento dei social media ha sicuramente contribuito al moltiplicarsi dei celebrity book club. Nel 2020, durante la pandemia, la modella Kaia Gerber – figlia di Cindy Crawford – ha aperto il suo Instagram dove può fare affidamento su 7,2 milioni di follower. Il primo titolo selezionato è stato Persone Normali di Sally Rooney. Non particolarmente originale, visto che il libro era già un successo, ma Kaia ha potuto arricchire la discussione con la presenza di Paul Mescal, protagonista maschile della serie tv tratta dal romanzo che avrebbe debuttato su Amazon Prime di lì a poco. Tra le celebrity Emma Roberts – nipote di Julia – è una delle più esperte, nonostante sia tra le più giovani. Ha fondato il suo club letterario Belletrist nel 2017 con la migliore amica Karah Preiss e da allora la coppia ha consigliato più di 75 libri da discutere su Instagram, Tiktok e sulla loro newsletter. Altre celebrity che hanno un book club: Dua Lipa, la regina Camilla d’Inghilterra, Florence Welch meglio conosciuta come Florence and the Machine (si chiama “Between Two Books”, fondato nel 2012), Sarah Michelle Geller, Shonda Rhimes (tramite il suo sito Shondaland dove c’è una sezione sui libri consigliati), Dakota Johnson (tramite TeaTime Pictures, la società di intrattenimento che ha cofondato con il produttore Ro Donnely nel 2019) e Sarah Jessica Parker che però non ha un vero book club, ma posta spesso consigli letterari ed è a tutti gli effetti un editore, nel senso che pubblica libri sotto l’etichetta SJP Lit. Menzione a parte per chi ci ha provato e poi si è resa conto che non è cosa per lei: Kim Kardashian e Christy Tiegen, che hanno ammesso di essere troppo pigre per leggere un libro al mese. C’è anche da dire che il mercato è molto diverso da quello degli anni Novanta e che oggi nessuno ha la forza che poteva avere Oprah.

«Oggi non ci sono più le stesse condizioni, il mercato è più frammentato. È più difficile raggiungere un pubblico della stessa dimensione. Anche i mezzi sono diversi, c’è internet, abbiamo TikTok, Instagram. Quello che voglio dire è che il book club di Jenna Bush raggiunge probabilmente un pubblico diverso rispetto a quello di Reese Witherspoon che a sua volta raggiunge un pubblico diverso rispetto a qualsiasi altro book club», mi dice al telefono Jane Friedman, cofondatrice ed editrice di The Hot Sheet, una newsletter a pagamento sull’editoria libraria. «Oltre a ciò penso che i giovani non prestino molta attenzione a ciò che questi grandi marchi mediatici mettono loro di fronte. Non penso che i consigli delle celebrity abbiano l’impatto che avevano prima. Lo vediamo con il fenomeno booktok su TikTok dove i ragazzi si affidano a consigli peer to peer più autentici, basati sulle emozioni più che sulle recensioni di possibili “esperti”». Che è poi quello che, con altre modalità, faceva in realtà Oprah quando, invece di una recensione dettagliata o cerebrale, semplicemente riempiva di complimenti incondizionati l’autore e urlava: «Leggete questo libro!». Sono davvero tempi diversi perché all’epoca, sempre grazie a lei, i libri diventavano argomento di discussione, scandalo, momento popolare, evento televisivo di cui si parlava per mesi. Il book club aveva il potere non solo di creare star della letteratura, ma anche di sollevare scalpore a livello nazionale, come accadde nel 2006 quando si scoprì che la scelta dell’autunno 2005, il libro di memorie di James Frey A Million Little Pieces (in Italia pubblicato da Tea con il titolo In un milione di piccoli pezzi) su un ventitreenne alcolista e consumatore di crack e sul suo percorso di disintossicazione, era più finzione che realtà. Inizialmente, Frey cercò di difendersi nel talk-show della Cnn di Larry King, durante il quale Winfrey telefonò per esprimere il suo sostegno. Più tardi, dopo un’inchiesta del sito The Smoking Gun, una Winfrey visibilmente irritata invitò di nuovo Frey nel suo show.

«È difficile per me parlare con te perché mi sento davvero ingannata», disse con tutta la drammaticità del caso. La cosa finì poi bene nel senso che anni dopo, nel 2009, la presentatrice invitò di nuovo Frey nel suo programma per una riconciliazione e per offrirgli redenzione, una cosa molto da Oprah, ma anche la testimonianza di come all’epoca si potessero fare ascolti parlando di un libro. Quando Le Correzioni fu scelto nel 2001, Jonathan Franzen espresse ambivalenza rispetto all’idea che il suo libro finisse nelle mani delle signore che seguivano lo show, ancor più di sedersi sul divano della più famosa e popolare – intesa come pop, non certo elitaria – conduttrice americana a parlare della sua opera. Dopo aver dato diverse interviste in cui esprimeva il proprio disagio, la sua ospitata fu cancellata, con Oprah stessa che attraverso un comunicato disinvitò pubblicamente lo scrittore. Da lì in avanti, Winfrey abbassò la sua selezione a un minimo di due titoli all’anno e cominciò a ignorare la narrativa contemporanea per i classici di Steinbeck e Tolstoj, autori morti da tempo che almeno non facevano polemica. Gli editori si resero conto che una forza letteraria vitale per le vendite li aveva abbandonati. Come Frey, anche Franzen fu riaccolto nell’ovile del club di Oprah. Nel settembre 2010, la conduttrice annunciò in pompa magna che il suo nuovo romanzo Libertà – il primo dopo Le Correzioni – avrebbe dato il via al club della sua ultima stagione di trasmissione. Franzen – con cautela e scusandosi – accettò di andare ospite nello show di dicembre. «Dirò questo: è un onore averti qui, finalmente», disse Oprah munifica, siglando un grande momento di televisione, uno di quei momenti in cui a vincere alla fine sono tutti: lei, lui, il pubblico, e soprattutto il libro.

Simona Siri (Milano, 1969), giornalista e scrittrice, vive e lavora a New York. Il suo ultimo libro è “Mai Stati così Uniti” (Tea Libri, 2020).