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Non li ho letti e li amo

Svetlana Aleksievicˇ, Yasmina Reza, Julieta Garcia, Shonda Rhimes e poi quello che mi manca, mentre miliardi di vite si incrociano. Il vizio di contare gli articoli e lo scaffale preferito

Le palme di città del Messico si stanno seccando, stanno morendo e tutto sembra indicare che non c’è rimedio, me lo racconta un podcast in spagnolo, che si chiama La CDMX se queda sin palmeras e la voce è quella di Julieta Garcia: “Questa città non sarà la stessa se perderemo le palme. Perderemo lo spazio verde e tutta la vita che ospita, il paesaggio, l’allegria e un’idea di città e di un Messico inventate”.

Ascolto una voce sudamericana che mi parla di palme perché ho l’urgenza di sentire che nel mondo esiste qualcos’altro, non solo la pandemia, non solo la guerra. Ho il vizio di contare il numero di articoli che vengono dedicati a un singolo tema e spesso arrivo a trenta, un numero che non esiste in nessun altro giornalismo del mondo. Il gigantismo italiano, che scambia quantità per qualità, è convinto da decenni che il lettore desideri essere sommerso di parole, mentre, se avesse il coraggio di chiedere, scoprirebbe che poche cose ben fatte farebbero la felicità di chi ancora paga per essere informato.

Così mi metto a cercare e leggo tutto quello che trovo sulle Filippine, che eleggono democraticamente il figlio di un dittatore che era stato costretto a fuggire dal paese, leggo di elezioni indiane, della frontiera che divide l’Irlanda e della Corte suprema americana che con la sentenza sul diritto di aborto incendierà il dibattito politico e polarizzerà ancora di più la società degli Stati Uniti. Abbiamo bisogno di sapere che fuori continuano ad accadere cose, che miliardi di vite si incrociano. Guardo su Netflix Inventing Anna, la serie creata da Shonda Rhimes sulla storia vera di Anna Sorokin e penso alla versione italiana su cui nessuno è stato capace di realizzare un film. Era quella di Raffaello Follieri, che truffò la città di New York presentandosi agli appuntamenti d’affari insieme a due finti cardinali e riuscì a incantare perfino Bill Clinton e a far innamorare l’attrice Anne Hathaway. Verrà condannato, finirà in carcere, lo sconterà, verrà rimandato in Italia e oggi, sereno, si dedica a nuovi business e mostra su Instagram foto di aerei privati.

Quando è iniziata la primavera ho tirato fuori dalla libreria Tempo di seconda mano di Svetlana Aleksievicˇ, la vita della gente comune nello spazio sovietico dopo il crollo del comunismo. Ogni volta che lo prendo in mano ne leggo qualche pagina, mi ero illuso che questa volta l’avrei affrontato davvero tutto, ma anche stavolta è tornato in libreria. I libri non letti però non sono una sconfitta ma restano una promessa, sono lì che ti aspettano, sono solo un viaggio rinviato. Sono come i luoghi dove non sono mai stato, li amo perché contengono e tengono viva la possibilità di sorprendermi e emozionarmi.

Spesso osservo i libri che ho comprato e solo sfogliato, per me sono quasi più importanti di quelli che ho letto perché un giorno verrà il loro tempo ma fedelmente mi hanno seguito nei traslochi, hanno cambiato librerie e io ricordo l’emozione di quando ho deciso che sarebbero stati miei. Ho anche un angolo di libreria con i libri preferiti che non ho mai letto, quelli che penso comunque di amare e di conoscere benissimo.

Se anche questa volta Svetlana è tornata sullo scaffale è per colpa della scrittura di Yasmina Reza, quando la incontro mi incanta quel suo modo di raccontare così terribilmente reale e veloce, anche se Serge e suo fratello non mi sono stati troppo simpatici.

Ora è arrivato la scatola con i finalisti dello Strega, li ho appoggiati tutti per terra, osservo le copertine e questa volta parto quasi da zero perché non ho già il mio vincitore. Non ho nemmeno il tormento di non saper scegliere tra due e per la prima volta anche il telefono suona meno. Non ci sono ancora opposte tifoserie che sollecitano il voto, che fanno la mozione degli affetti e ti spiegano che è una questione vitale, che è in gioco un interesse superiore. Chissà che libri leggeremo il prossimo anno, cosa uscirà da questo tempo strano di perdite e assenza. Aspetto che traducano l’ultimo libro del trentunenne Mohamed Mbougar Sarr, vincitore a sorpresa dell’ultimo Goncourt, che ha scritto: “La vera presenza degli esseri e delle cose comincia soltanto dopo la loro scomparsa”.

Mario Calabresi (Milano, 1970), giornalista e scrittore, direttore di Choramedia e autore della newsletter settimanale “Altre Storie”. È stato direttore di Repubblica e della Stampa. Il suo ultimo libro è “Quello che non ti dicono” (Mondadori 2020).