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Le dolenze mi danno le squame, però ora c’è Cunk

Il momento dell’inverno in cui tutto diventa una lezione di vita. La malintesa idea per cui una donna debba sentirsi sempre ferita. Per fortuna c’è Philomena Cunk, che chiede all’esperta: se negli anni 50 le persone avessero visto il pene di Elvis, sarebbero morte d’infarto?

Non crede che dovremmo creare due tipi di social, uno per chi ha ragione e uno per chi ha torto? Perché conosco un sacco di gente che dovrebbe stare in quello di chi ha torto. Quei coglioni.
Philomena Cunk, Cunk on Earth

C’è un momento dell’inverno in cui l’interno del cervello mi si divide in tante piccole parti, forse delle squame, e queste squame vanno ognuna per i fatti suoi, un po’ avvilite, e non assorbono né rilasciano più niente, ed è il momento in cui accetto di guardare i film apocalittici con mio figlio, o anche quelli con gli sgozzamenti e un uomo con il sangue che zampilla dal braccio come una doppia cascata. O le serie sulle catastrofi naturali in città, uno tsunami a New York, una tempesta di ghiaccio a Chicago, cose in cui bisogna costruire zattere, bruciare tutti i libri di una biblioteca per non morire congelati oppure, più difficile, respirare con una cannuccia dentro una stanza piena d’acqua fino al soffitto. Mio figlio si esalta e intanto rotea una spada, io mi ripeto, nemmeno così convinta: tanto non succede davvero, e se è un giorno fortunato mi addormento, con il rischio però di venire scoperta e svegliata dalla punta della spada nelle costole. È un momento così, a squame, in cui non mi piace niente, sono senza energie e cerco anestetici filmici o qualcosa che invece mi faccia roteare una spada in piedi sul divano. Questo è insomma il momento in cui rischio di rivedermi tutte le puntate di Friends. O anche Sex and the city, ma quello dell’età irreversibilmente adulta, con Miranda che si vergogna di dire a suo marito che si è innamorata di una donna.

Voglio guardare donne che si divertono, che non si lamentano del solo fatto di essere al mondo o di avere il ciclo, e che se si lamentano stanno comunque per ridere di tutto e bersi un Margarita. Un po’ di superficialità per togliermi le squame dal cervello e questa malintesa idea che per essere presa sul serio una donna debba essere molto contrita e totalmente priva di sense of humour: che ogni cosa debba offenderla, ogni cosa debba ferirla per diventare nei successivi dieci minuti una lezioncina di vita, una piccola predica su come si parla, cosa si dice, cosa non si dice e come si mangia.

Ho visto le reazioni femminili alla battuta di Carla Bruni, che per entrare in una tutina di Versace dei suoi favolosi anni Novanta ha scritto di aver digiunato due settimane (e allora? Era una battuta, e in ogni caso Carla Bruni è maggiorenne, e “ho digiunato” non significa mica: ho digiunato. Un altro problema che mi fa venire il cervello a squame è il letteralismo), e le reazioni erano oddio ma che messaggio è, ma come osa svilire noi donne così, ma è una frase molto pericolosa, ma come può essere così figa, così digiunante, è sbagliato, è offensivo, è pericoloso, magnati ’sta carbonara, fallo per le donne, butta quella tutina pazzesca e accetta la menopausa, quando è iniziata la lezioncina di vita insomma, le squame che avevo solo nel cervello hanno cominciato a espandersi su tutto il mio corpo (non è letterale, non è una cosa contro i pesci).

Poi ho visto Philomena Cunk, cioè l’inglese Diane Morgan, e l’ho vista solo perché mia figlia ha insistito molto, ha detto: devi fare un salto nel mondo dove si ride. Mia figlia ha visto sua madre ricoprirsi lentamente di squame e ha pensato, per una volta, non di sparecchiare, non di raccogliere la spazzatura dal pavimento della sua stanza, ma di aiutarla in qualche altro modo: le sono grata per questo.

Cunk on Earth è un documentario, anzi la parodia di un documentario sulla storia dell’umanità, quelli che di solito guardiamo per addormentarci o per dire: sta per arrivare l’Apocalisse. Philomena Cunk è la conduttrice, intervistatrice, divulgatrice: la donna che cammina tra le rovine di Pompei o nelle foreste sterminate, la donna che guarda il David di Michelangelo e ci spiega che quegli addominali scolpiti sono la prova che le palestre sono una stronzata, perché ai tempi di Michelangelo le palestre non esistevano. Philomena Cunk ha il tono serio e sicuro di chi ci sta comunicando le scoperte dell’uomo e sintetizzando il mondo, non sorride mai, nemmeno quando intervista una docente molto importante di Storia della musica e le chiede se, nella puritana società americana degli anni Cinquanta le persone avrebbero avuto un infarto se avessero visto in televisione il pene di Elvis Presley, idolo delle folle inquadrato solo dalla cintura in su per non turbare le ragazze. La docente, che è una vera docente, tutti gli intervistati sono persone serissime e importanti, cerca di rispondere seriamente ma poi scoppia a ridere. Philomena Cunk la sgrida: “Non c’è niente di divertente, stiamo parlando di vite umane”.

Qualche squama mi si stava staccando almeno dalle braccia, le ammonticchiavo in un angolo del divano mentre ridevo.

Si chiama mockumentary, ha detto mia figlia, ma non per insegnarmi qualcosa, ha detto che posso chiamarlo come mi pare e quindi dirò soltanto: Cunk. Cunk va in giro per il mondo per raccontarlo agli spettatori e per fare domande agli esperti. Come fa Alberto Angela, come fanno tutti, l’ho fatto persino io e ho sempre sognato di uscirmene con domande totalmente assurde, ma non si poteva. Gli esperti sanno che il tono delle domande sarà ironico, ma non sanno fino a che punto, e sanno che devono comunque rispondere il più seriamente possibile. Così, quando Cunk ha chiesto a un docente di Storia militare di spiegarci la Guerra fredda e in particolare che cos’è la Onion Sovietica, il docente, un uomo corpulento, ha detto: penso che ci sia un qui pro quo, voleva dire Unione Sovietica. Cunk risponde: no no, è Onion, l’ho letto prima su un foglietto. Lui dice: beh, forse era scritto male, forse lei non ha letto bene. A quel punto Cunk, sempre seria, ma adesso anche infastidita, si indurisce: “Non voglio essere scortese, ma mi sembra che lei stia facendo un po’ di mansplaining. Possiamo restare sul tema dell’Onion Sovietica per favore? Se non lo sa, basta dirlo, io non la giudico”. E allora l’esperto, totalmente sconfitto dal mansplaining (uomini che spiegano le cose ovvie in modo paternalistico) inizia a parlare di verdure sovietiche. Dice: non c’è problema, l’Unione Sovietica era un paese a forte vocazione agricola, e quindi c’erano cipolle, patate e diverse altre cose. Cunk continua: “Avevano anche le rape?”, “Penso di sì, sono economiche, resistenti, e ottime nello stufato”. Cunk: “Come mai lei sa così tanto di verdure? Ha un appezzamento di terra?”. Cunk ha grandi occhi severi e indagatori. Le squame sul divano sono adesso una piccola montagna e anche il cervello si sta liberando, grazie a questa donna che fa ridere dicendo un mucchio di cose assurde, ma non così assurde. Sbagliate, ma non così sbagliate. Fa ridere anche come complottista, intervista un esperto sulla passeggiata dell’uomo sulla luna e poi gli dice: non crederà mica all’esistenza della Luna? Il mio amico Paul mi ha mandato un video che spiega tutto, si informi, glielo giro. L’esperto ovviamente difende l’esistenza della luna, e allora Cunk lo liquida: quindi lei è uno di quelli che credono anche alla notte, vabbè, lo sanno tutti che la notte è un inganno per il potere, la notte non esiste, e infatti i neonati che non sono ancora stati indottrinati si svegliano la notte urlando.

In tutte le puntate di questa prima stagione, si può vedere su Netflix, non c’è mai una contrizione. Mai una spiegazione. Mai una didascalia alla battuta. E quando chiede all’esperta se si possa dire che Gesù Cristo sia stata la prima vittima di cancel culture della storia, Cunk aggiunge: non è una domanda, le sto chiedendo di dirlo guardando in camera.

Non è una domanda, vi sto chiedendo di dirlo guardando in camera: questa primavera capiremo tutte le battute, anche quelle di pessimo gusto, non faremo predicozzi e ci toglieremo tutte le squame senza maltrattare nessuna sirena, o pesce, o qualunque cosa crediate esista davvero e non sia una simulazione per indottrinarvi. E comunque se dico: digiunerò per sempre, non significa: digiunerò per sempre, ho appena mangiato un kinder bueno, ma ciò non toglie che digiunerò per sempre.