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Via dallo specchio

Le storie si muovono sempre lungo strade inattese e misteriose coincidenze: si mettono nei panni degli altri e se ne vanno in giro. Turbano la pace. Si divertono. È quello che piace a noi

I librai di Kabul nascondono i libri. Gli artisti di Kabul nascondono i quadri, le sculture, i film in posti segreti. Prima di scappare o se non riescono a scappare. Tutto quello che non è rigidamente islamico creerà problemi, frustate, o molto di peggio. Venticinque anni fa a Kabul, un uomo aveva appoggiato sbadatamente un libro qualunque sopra il Corano, nella sua bancarella: un membro della polizia morale islamica prima gli ordinò di toglierlo da lì e poi lo frustò molte volte. Oggi quell’uomo è un librario di sessant’anni, con un vero piccolo negozio, ed è più accorto. Non metterà mai in vetrina un libro pericoloso, non metterà mai niente sopra il Corano. Forse nasconde qualcosa sul retro, per gente fidata: due copie della Bibbia, ma anche libri sulla democrazia, sui diritti umani, i libri contro la sharia e i libri con le donne in copertina. Le donne in copertina, le donne nei quadri, sculture di corpi di donne, sono cose da pazzi. Questo succede nei negozi. Ma nelle case? Gli afghani hanno paura delle irruzioni dei talebani – non si può andare in prigione per un libro, non si può morire per la storia di un altro. Li hanno tolti dalle librerie. Niente libri politici, niente testi religiosi non islamici, e niente romanzi occidentali. Niente curiosità ardente, insomma, niente Emily Dickinson. Niente domande, che è quello che dovrebbero fare i libri.

“Beautiful world, where are you”, è la domanda – il titolo – del nuovo, terzo romanzo di Sally Rooney, la ormai grande scrittrice irlandese che interroga i suoi personaggi, giovani donne e giovani uomini, sulle contraddizioni della vita, sull’amore e sul dolore straziante di sentirci legati gli uni agli altri, di conoscerli a fondo e sapere dove colpirli – i nostri dannati punti deboli. Per questo primo numero della nostra nuova Review abbiamo immaginato in copertina una ragazza che legge Sally Rooney a Kabul. Non lo può fare, ma lo fa. Entra in un mondo che non è il suo e quindi scappa in un posto libero dove nessuno può imporle nulla: nell’immaginazione. Vite completamente diverse, altre vertigini. Altri punti deboli.

Vogliamo entrare in mondi diversi attraverso questa rivista che nasce oggi: metterci nei panni degli altri e con i panni degli altri andarcene un po’ in giro. Fare domande, ma non al nostro specchio. Le storie, poi, si muovono sempre in base a connessioni inattese e a misteriose coincidenze, e qui abbiamo cominciato a raccontarle accorgendoci che ogni volta ne chiamano altre, e che è impossibile smettere, e soprattutto che con le storie la pace viene turbata. La pace deve essere turbata, altrimenti non si va da nessuna parte, non ci si diverte e non si mette in discussione niente. La beatitudine non è interessante, la curiosità sì. Non vogliamo eliminare le contraddizioni (come possiamo affrontarle se non tolleriamo di leggerne e di scriverne?) e non vogliamo eliminare il divertimento. Vogliamo tutto, quindi proviamo a raccontarlo, e speriamo che abbiate il desiderio di leggerlo. Anche la ragazza in copertina ha questo desiderio, più complesso del nostro. Il suo è un gesto sovversivo e coraggioso, la nostra è una speranza dell’immaginazione, ma la speranza è uno stato d’animo, e significa lavorare per una cosa perché è viva. Perché è bella.