Cerca

Francesco Piccolo

Francesco Piccolo (Caserta, 1964), scrittore e sceneggiatore. Ha pubblicato, tra gli altri: «Il desiderio di essere come tutti» (Premio Strega 2014), «L’animale che mi porto dentro» (2018), e la trilogia dei «Momenti trascurabili» (2010, 2015, 2020), tutti editi da Einaudi. Il suo ultimo libro è «La bella confusione» (Einaudi, 2023).

di Francesco Piccolo
«Solo quando scopi riesci a essere nettamente te stesso». Fino a che l’animale morente è diventato lui, Philip Roth, e ha intuito il legame indissolubile tra sesso e scrittura. La grandezza e la fine di […]
«Solo quando scopi riesci a essere nettamente te stesso». Fino a che l’animale morente è diventato lui, Philip Roth, e ha intuito il legame indissolubile tra sesso e scrittura. La grandezza e la fine di un uomo
di Francesco Piccolo
Da quando avevo quindici anni annoto tutti i film (e le serie) da vedere e i libri da leggere. Non finisce mai, passo la vita così e mi esalta. La non regola di The Offer, […]
Da quando avevo quindici anni annoto tutti i film (e le serie) da vedere e i libri da leggere. Non finisce mai, passo la vita così e mi esalta. La non regola di The Offer, i muscoli nascosti di Marco Missiroli e un film che dopo dieci minuti hai capito che ti piacerà. Il bello delle cose brutte
di Francesco Piccolo
Tutte le storie ci riguardano, ogni canzone parla di noi. Il legame emotivo diventa autobiografico: si chiama identificazione, ma anche erotomania. Da Lucio Battisti a Charlie Brown, la mia vita è un’enorme confusione tra quello […]
Tutte le storie ci riguardano, ogni canzone parla di noi. Il legame emotivo diventa autobiografico: si chiama identificazione, ma anche erotomania. Da Lucio Battisti a Charlie Brown, la mia vita è un’enorme confusione tra quello che ho vissuto, visto, letto e ascoltato
di Francesco Piccolo
La libertà di Milan Kundera (e di Tomàs). “Non firmo una lettera che non ho scritto io”. Il rifiuto del kitsch, cioè della retorica che inneggia al bene e si compiace della propria illiberalità. Quel […]
La libertà di Milan Kundera (e di Tomàs). “Non firmo una lettera che non ho scritto io”. Il rifiuto del kitsch, cioè della retorica che inneggia al bene e si compiace della propria illiberalità. Quel che L’insostenibile leggerezza dell’essere racconta anche dei nostri anni: trascinati dal fiume delle risposte, e non delle domande