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Se sei più brava di me ti odio. Storia di una grande offesa

Una coppia innamorata, piena di speranze. Il thriller comincia quando l’uomo realizza che la donna è più forte di lui, e si mostra per il cretino che è. Lei è sgomenta, ma deve difendersi da qualcosa che è stato infilato anche nella sua testa. Guardate «Fair play», non è distopia

Addomesticare il tormento, io non ci sto dentro

Aggirarsi per il Lido per lamentarsi dei film non entusiasmanti, ma poi incontrare la libertà selvaggia di Patrizia Cavalli, le lacrime e i desideri di «Io Capitano». Essere sé stessi costa per forza uno scarto col mondo, l’alternativa è impiantare un cervello in un feto allucinato

C’era una volta Soho, the place to be

Archeologia del quartiere di New York più all’avanguardia del mondo occidentale, per mappa una vecchia guida di cinquant’anni fa. Gli artisti si incontrano, si contaminano, si adattano alla sporcizia e vivono fuorilegge. Poi arriva Warhol, arrivano i bistrot chic, i turisti ed «è la fine». Quel che resta di quella effervescenza vista da un loft da 9 milioni di dollari

Che grande consolazione, la vita!

Quanti modi ci sono di trovare conforto nelle sofferenze. Il coraggio di Ignatieff di cercare la risposta in un libro. Lo spaesamento del Covid e la fiducia del potere consolatorio del pensiero. I filosofi dovrebbero pensare di più alla concretezza del vivere e ai diversivi

Val la pena vivere in questo mondo in pendenza

Ognuno di noi ha un orientamento, uno stare dentro le cose che rimane ovunque si vada e per sempre, anche quando il mondo scompare. Passeggiata nei quartieri interiori di Italo Calvino, all’incrocio di due razze taciturne e nei ruderi della memoria, con il fiatone

Grazie a dio, Eva ha mangiato la mela

In ebraico il cimitero è la “casa dei vivi”, perché la morte riguarda noi vivi, e solo questa consapevolezza ci fa rimboccare le maniche. E poi ridere di tutto, anche dei tabù, con l’umorismo spietato che salva

Le valchirie dell’impero sconfitto

La rivoluzionaria Aleksandra Kollontaj e la storica Hélène Carrère, madre di Emmanuel, si incontrano in un libro. Entrambe hanno amato la Russia, l’una sapeva che poteva essere la sola a tramortire l’Europa, l’altra vedeva la continuità con l’occidente. Entrambe hanno sbagliato: hanno dato fiducia alle rivoluzioni che non liberano niente